Lepidoptera / Gli insetti
Siamo tutti interconnessi: gli uni agli altri, come forme di vita, biologicamente. Alla Terra, chimicamente. All’Universo, atomicamente. Noi, immersi in così tanta meraviglia naturale, non possiamo non dedicare attenzione al mondo degli insetti che, da soli, rappresentano almeno il 70% della massa vivente presente sul nostro pianeta. Essi hanno avuto origine nel periodo del Carbonifero, ossia oltre 350 milioni di anni fa. Gli insetti colonizzano ogni habitat, dalle città più tetre ai monti più impervi, dalle paludi ai deserti, ed hanno un’importanza ecologica assai rilevante. La scienza che li studia è detta entomologia ed è praticata a vari livelli in ambito privato ed accademico. Grazie ad essa abbiamo una visione d’insieme soddisfacente di un gruppo estremamente eterogeneo, mutevole nello spazio e nel tempo. Il costrutto scientifico non deve mai illuderci di aver compreso tutto senza alcun margine di dubbio. A tal proposito basti pensare alla definizioni di specie, sottospecie, forma, varietà, eccetera. Tali concetti ci aiutano ad incasellare in modo logico ciò che ci circonda, e questo ha senso ed importanza dal nostro punto di vista di esseri umani in cerca di comprensione di un gruppo di creature così complesso. Nella nostra cultura vi sono innumerevoli riferimenti a tali animali, specialmente riguardo a quelli più comuni e riconoscibili dai più. I Lepidotteri sono insetti a pieno titolo, così come lo sono i tanto detestati Blattodei (che comprendono gli scarafaggi) ed i Ditteri (di cui fanno parte le mosche e le zanzare). Gruppi come i Miriapodi (centopiedi e millepiedi) e gli Aracnidi (in cui troviamo ragni e scorpioni) non sono insetti perché hanno più di sei zampe. Pare strano doverlo ribadire, ma in ambito popolare la cosa non è così scontata.
La splendida colorazione di Ischiopsopha hyla, coleottero appartenente alla famiglia degli Scarabaeidae, fotografato al Museo Giacomo Doria in occasione della mostra “Da sei a cento zampe, l’evoluzione in cammino” – foto: Alessandro Bisi (25.X.2009).
La classificazione degli insetti è una pratica di non semplice attuazione, ma è molto importante per identificare le varie specie. Il naturalista svedese Carl von Linné (latinizzato come Linnaeus), padre del sistema di classificazione dei viventi ancor oggi in uso, scrisse: “Se non conosci il nome, muore anche la conoscenza delle cose”. Seguendo tale principio gli insetti, così come tutti gli altri viventi, sono classificati utilizzando un metodo gerarchico in gruppi ben definiti, ciascuno con un proprio nome identificativo. A tal proposito prendiamo come esempio la cavolaia, una farfalla molto comune e diffusa dal piano alla montagna, anche in zone piuttosto antropizzate.
Dominio: Eukaryota (tutti i viventi)
Regno: Animalia (gli animali in senso stretto)
Phylum: Arthropoda (solo gli animali con zampe articolate)
Subphylum: Hexapoda (solo gli artropodi a sei zampe)
Classe: Insecta (tutti gli insetti)
Sottoclasse: Pterygota (solo gli insetti alati, compresi quelli divenuti secondariamente atteri)
Clade: Endopterygota (solo gli insetti alati con stadi di sviluppo ben differenziati)
Ordine: Lepidoptera (tutte le farfalle e le falene)
Superfamiglia: Papilionoidea (solo le farfalle propriamente dette)
Famiglia: Pieridae
Sottofamiglia: Pierinae
Tribù: Pierini
Sottotribù: Pierina
Genere: Pieris
Sottogenere: Pieris
Specie: brassicae
Sottospecie: una specie può essere a sua volta divisa in sottospecie.
Da questa gerarchia tassonomica è possibile comprendere la collocazione della cavolaia, ossia Pieris brassicae, all’interno del dominio degli Eucarioti. Questo sistema di nomenclatura binomiale consente di ottenere un’identità precisa della farfalla, che risulta così universalmente riconosciuta a livello internazionale. In un certo senso ciò può essere associato al concetto dei nomi e dei cognomi in uso nella nostra società, anche se in questo caso le omonimie sono alquanto comuni. In ambito scientifico il concetto di omonimia è considerato valido, ma non l’omonimia stessa; ciò risulta fondamentale per evitare confusioni e fraintendimenti di sorta. I nomi dal genere in giù, di regola, devono essere scritti in corsivo. In questo modo è possibile individuarli facilmente nel testo normale, quale può essere quello di una pubblicazione. Questa regola è seguita nella nomenclatura binomiale introdotta da C. von Linné nel 1735, nella prima edizione del suo “Systema Naturae”.
Qui potete trovare l’elenco sistematico degli ordini degli insetti, trascritto secondo le soluzioni di carattere sistematico generalmente accettate a livello scientifico.